In alta quota ancora importanti spessori di neve al suolo

Nel corso dell'ultima settimana abbiamo assistito all'ennesima coda dell'inverno: dalla serata di martedì 28 maggio fino alla tarda mattinata di mercoledì 29 moderate precipitazioni hanno assunto carattere nevoso fino ai 1800 m di quota circa. A parte questo breve evento però, durante l'ultima lunga fase di tempo perturbato, le temperature hanno continuato a risalire, portando lo zero termico sempre oltre i 2500 metri.

Grafico delle temperature e delle precipitazioni degli ultimi 3 giorni a Passo Rolle

Il manto nevoso

Temperature più miti, pioggia fino alle quote più elevate e, in questi ultimi giorni (finalmente!), giornate soleggiate hanno velocemente rimaneggiato il manto nevoso fino ai 2000-2200 metri circa. Sotto queste quote quindi la presenza di neve è oramai residuale; i canaloni e le conche più riparate presentano ancora spessori di neve variabili tra i 50 ed i 150 cm, mentre i versanti più ripidi o esposti al sole sono in gran parte privi di manto nevoso.

30 maggio 2019: Lagorai meridionale, con neve residua intorno ai 2100 m. di quota 

Dove presente la neve è completamente bagnata per tutto il suo spessore e non più portante; si individuano ancora croste da rigelo, strati di ghiaccio di fondo e brine in arrotondamento, ma oramai il manto è generalmente assestato.

Manto nevoso assestato, in fusione, con croste da pioggia intermedie e strato di ghiaccio sul fondo


Passo Rolle - altezza manto nevoso degli ultimi 7 giorni: si nota un rapido assottigliamento!

Presena - altezza manto nevoso degli ultimi 7 giorni: si nota come, oltre i 2500 m circa, lo spessore del manto sia ancora importante e non si stia ancora assottigliando!


Oltre i 2500 m di quota gli spessori sono molto più abbondanti, mediamente variano dai 150 ai 300 cm, o valori anche superiori sui ghiacciai ed alle quote più elevate; qui in alcune localizzazioni la neve può avere ancora caratteristiche di tipo invernale, polverosa o più spesso, con croste portanti da vento o da sole. 

30 maggio 2019: Innevamento abbondante e situazione ancora invernale sui ghiacciai del Mandrone e delle Lobbie

Il pericolo valanghe quindi è ancora presente soprattutto sui massicci alpini principali, come Adamello-Presanella, Cevedale, Dolomiti di Brenta, Marmolada, Pale di S. Martino e Cima d'Asta. Qui, distacchi spontanei, perlopiù di piccole o medie dimensioni, sono possibili specie durante il giorno e dalle zone maggiormente soleggiate, specie in presenza di affioramenti rocciosi.

La mappa con le fasce altimetriche può facilmente far intuire quali siano le zone ancora potenzialmente interessate da pericolo valanghe (in parte quelle oltre i 2000 metri ma, soprattutto, quelle oltre i 2500)


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