Ancora assenza di precipitazioni con manto nevoso piuttosto esiguo ma perlopiù stabile

 

Nessun cambiamento significativo….

 

Prosegue il lungo periodo di siccità sui monti del Trentino, come peraltro su gran parte delle Alpi. Anche questa settimana non si sono osservate precipitazioni e anche per i prossimi giorni non si prevede nulla di significativo; pertanto il manto nevoso alle varie quote, continua ad essere ben al disotto delle medie stagionali.

 

Anche al semplice sguardo è molto evidente la situazione di innevamento piuttosto scarso, anche alle quote più elevate. Nella foto in primo piano cime e pendii sopra il passo del Tonale quasi completamente privi di neve; sullo sfondo la cosiddetta "cresta delle 13 cime" con cime anche ben oltre i 3500 m di quota, scarsamente innevate.

Dolomiti di Brenta (cresta fra cima Grostè, campanile dei Camosci e cima Falkner viste da est): gli spessori del manto nevoso sono piuttosto contenuti ed anche l'azione del vento ha avuto un ruolo importante nella redistribuzione del manto.

 

Le temperature in quota a parte una breve e contenuta parentesi nel fine settimana scorso quando si è osservato un breve e contenuto rialzo, rimangono su valori perlopiù negativi, a tratti anche piuttosto bassi che contribuiscono a mantenere un certo innevamento sul territorio, perlomeno in quota.

Le temperature in quota sono state quasi sempre negative ed hanno contribuito a mantenere la continuità della neve al suolo; solo nel fine settimana scorso hanno subito un breve temporaneo rialzo, comunque sufficiente per innescare subito alcuni distacchi di tipo spontaneo sui pendii ripidi e  soleggiati. Nella foto: cima Gronton vista da Lastè di Lusia (domenica 16/01/2022-foto Carlo Zanoni).
 


Manto nevoso….

 

La neve che compone il manto si è ormai molto trasformata grazie all’azione del vento ma soprattutto per la temperatura sia dei più lunghi periodi freddi sia per i più brevi ma sensibili riscaldamenti come quello già menzionato dello scorso fine settimana.

Altri esempi ormai poco visibili di piccoli scaricamenti per riscaldamento avvenuti nel fine settimana scorso. (cresta verso punta Castellaccio vista dalla conca del Presena)

Manto nevoso di questa settimana: superficie prevalentemente dura con evidenti i vecchi segni dovuti al vento.


Alcuni dei parametri registrati dal'inizio settimana presso la stazione nivometeorologica automatica di Capanna Presena a quota 2715 m: assenza di precipitazioni con temperature negative; lo spessore del manto nevoso è costante anche se c'è bel tempo con giornate molto soleggiate; anche il vento non crea trasporto di neve significativo; si noti che la temperatura superficiale della neve rimane sempre molto fredda.



Stessi parametri misurati a passo Rolle alla quota di 2012 m: anche qui valgono le stesse considerazioni; oltre alla temperatura superficiale della neve si noti la temperatura alla base del manto nevoso (costante a -0.2°C): condizioni molto favorevoli a metamorfismi interni da gradiente.


La struttura del manto nevoso è perlopiù formata da diffuse croste superficiali più o meno dure e portanti dovute principalmente ad azione del vento o in parte minore da rigelo; più sotto ed in generale nella zona centrale si osservano principalmente cristalli molto trasformati di tipo angolare e sfaccettato da gradiente, talvolta alternati ad altre croste più o meno pronunciate. Nella parte più bassa e a contatto col terreno i cristalli, più vecchi e trasformati hanno spesso hanno anche subito una trasformazione di fusione e rigelo.

 

Stratigrafia effettuata il 19 gennaio 2022 presso il campo neve di capanna Presena: crosta superficiale da vento dura, strati intermedi con cristalli angolari da gradiente, crosta interna con forme da rigelo e base più dura con vecchie forme angolari meno spigolose con forme da rigelo. Anche il test ECT non ha evidenziato particolari criticità: il punto debole è subito sotto alla crosta superficiale dura (dove sono concentrate le maggiori forme di ricostruzione), peraltro con scarsa propensione alla propagazione.







Pericolo di valanghe….

Complessivamente il manto pur con significative discontinuità e tipologia di cristallo a struttura fragile, nel complesso presenta una generale stabilità ed anche i numerosi test effettuati confermano questa situazione con scarsa propensione a propagare fratture che in genere si formano con significativi sovraccarichi e localizzate prevalentemente in prossimità (in genere sotto) le croste più dure.













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