L’inverno è ormai iniziato ma la neve sulle nostre montagne è ancora poca !!

Tuttavia complice anche l’azione del forte vento che ha seguito la perturbazione, questi spessori sono ancora insufficienti per creare un manto nevoso ben distribuito e continuo, tale da presentare problematiche legate alla sua stabilità.
La neve si è depositata quasi ovunque direttamente sul terreno nudo (a parte sui ghiacciai e alle quote più elevate, in genere sopra i 3000 m, dove era già presente un po’ di neve), e quindi in gran parte è stata inglobata nella rugosità del terreno e nella vegetazione bassa arbustiva.
Nelle ore seguenti la perturbazione si sono osservati solo alcuni piccoli scaricamenti dai pendii più ripidi o alcuni piccoli distacchi spontanei superficiali a debole coesione oltre i 2000 m dovuti al rialzo termico; successivamente con il calo delle temperature la poca neve perlopiù si è ben consolidata con diffuse croste da rigelo e neve a debole coesione nei versanti più all’ombra.
Stazione di rilevamento presso il lago di Calaita, quota 1605 m. Lo spessore della neve al suolo è nell'ordine di pochi centimetri.
Stazione di rilevamento presso la diga del Careser in alta val di Peio. L'innevamento è decisamente ancora scarso anche a 2600 m di quota.
Quindi una situazione poco problematica dal punto di vista nivologico dove in generale prevale la carenza di neve e dove l’attività sci alpinistica non è generalmente possibile. Situazione un po’ diversa alle quote più elevate e sui ghiacciai dove la quantità di neve fresca è stata maggiore, i forti venti e il manto preesistente seppur molto esiguo, hanno contribuito a creare delle zone con un manto più stratificato, spesso formato da lastroni da vento, con strati deboli interni di tipo angolare dovuti principalmente a metamorfismo da gradiente.
In queste localizzazioni dei piccoli lastroni da vento potrebbero essere staccati anche con debole sovraccarico.
Passo Manghen , 2035 m, gruppo del Lagorai . L'immagine dalla webcam della stazione meteo rileva un modesto innevamento anche in quest'area. Il manto nevoso è stato molto interessato dall'azione del vento e gli spessori di neve al suolo, variabili mediamente fra i 20 e 40 cm, spesso sono appena sufficienti a riempire la rugosità del terreno e coprire la vegetazione di tipo basso. L'attività scialpinistica non è possibile.
In conclusione possiamo affermare che alle quote medie e basse, pur essendo presente della neve al suolo, gli spessori sono talmente ridotti e discontinui per cui non sussiste un pericolo di valanghe significativo.
In quota invece la situazione è un po’ diversa poiché localmente sono presenti spessori più significativi con piccoli accumuli da vento e strati interni deboli per cui il distacco di piccole valanghe a lastroni potrebbe essere possibile anche con debole sovraccarico.
Le previsioni meteo non sembrano favorevoli per un cambiamento della situazione a breve o medio termine: la settimana sarà infatti caratterizzata da cielo in gran parte grigio e nuvoloso ma solo con qualche debole precipitazione che non andrà di fatto a modificare in modo significativo spessori e struttura del manto nevoso. Anche per l’inizio della settimana successiva non si prevedono nevicate significative.