Situazione manto nevoso e test di stabilità in Trentino per riapertura strade provinciali dei passi più in quota.
La qualità e quantità della neve al di fuori delle piste da sci è sempre molto scarsa. Sui versanti a nord, la neve ancora asciutta si inumidisce fino alle quote più elevate. Sui pendii soleggiati, il manto nevoso in isotermia per tutto lo spessore diventa sempre più fradicio. La crosta di fusione e rigelo non è presente al mattino o non è portante. Nel corso della giornata aumenta il pericolo di valanghe. Non si prevedono ancora forti precipitazioni o nevicate. Lo scioglimento della neve continua a progredire lentamente e l'inverno viene gradualmente sostituito dalla primavera.
Operazioni di controllo e vigilanza pericolo valanghe comprensorio sciistico Madonna di Campiglio.
Il manto nevoso specie in quota ha subito un processo di metamorfismo costruttivo. Il risultato è un manto nevoso senza coesione, in gran parte fino al suolo. Localmente è ancora possibile trovare neve polverosa (neve trasformata con cristalli angolari senza coesione e grossi cristalli a calice di brina di profondità). (Foto: responsabile sicurezza valanghe comprensorio sciistico Madonna di Campiglio, Luca Bonafini, a 2600 m di quota, passo Grostè 17-03-2022) |
Test di stabilità ECT (Extended Column Test) e PST (Propagation Saw Test) con spessore manto nevoso HS > 90 cm ( Foto: PAT protezione civile Grostè 17-03-2022) |
Auto arresto frattura nel lastrone tagliato lungo il livello fragile fino a quasi metà lunghezza del blocco isolato. ( Foto: PAT protezione civile 2600 m s.l.m. Grostè 17-03-2022) |
Auto arresto frattura del test PST blocco da 90x30x150 lunghezza (Foto: PAT protezione civile zona Grostè 17-03-2022) |
Controllo pericolo valanghe sulla strada provinciale SP31 di passo Manghen prima dello sgombero neve e dell'apertura, con caposquadra Servizio Viabilità della PAT e tecnici reperibili della PAT protezione civile, venerdì 18 marzo 2022.
Negli ultimi giorni la temperatura dell'aria ha raggiunto valori sopra lo zero, ma nelle notti serene ed in presenza di masse d'aria secca (con il punto di rugiada molto basso), si rileva un buon irraggiamento con conseguente raffreddamento del manto nevoso. Ora il problema degli strati deboli persistenti è passato sempre più in secondo piano, poiché il manto nevoso sopra gli strati deboli non è più in grado di propagare fratture a causa della trasformazione da metamorfismo costruttivo.
Sui pendii ripidi, invece, è iniziata la trasformazione da fusione a causa del graduale rialzo termico primaverile fino alle quote elevate. Durante la notte in particolari condizioni si forma una di crosta da fusione e rigelo spesso stabile, che durante il giorno viene poi rapidamente indebolita.In questo modo il manto nevoso può stabilizzarsi determinando anche un basso livello del pericolo di valanghe.